Dopo una intensa attività tra la seconda metà di agosto e i primi di settembre fatta di riunioni, telefonate, incontri e confronti, ho preferito dispormi discretamente ad ascoltare i tanti e in larga parte apprezzabilissimi contributi di colleghi delle più disparate estrazioni e “storie” professionali.
I temi usciti in queste due settimane e i modi di discussione sono sicuramente un buon inizio per l’istituzione di un Forum permanente, idea già paventata alcune volte, che ora ha preso la forza di una ipotesi programmatica… come quella scontata di un sito web efficiente (NB: mi permetto di ringraziare il collega che ha volontariamente gestito il sito, perchè il risultato opinabile è in larga parte imputabile a un progetto iniziale forse non corretto e soprattutto a una gestione “solitaria”… non si può chiedere ad una persona sola di gestire il sito di un Ordine…) che sia “recettore” degli iscritti (altrimenti dov’è questo web 2.0???), e non solo specchio delle attività del consiglio o, come è stato fin’ora, bacheca su cui dare informazioni che, diciamocelo, ogniuno di noi credo sia capace di trovare autonomamente in rete… oppure l’idea di attivare una rete di scambio e confronto con le organizzazioni che operano sul territorio e si interessano della gestione della tutela e della modifica del territorio, ipotesi anch’essa già avanzata e della quale, sono sicuro, ci sarà qualche traccia nel programma… o in fine una politica di inclusione nelle arrività del consiglio e della variegata struttura che si intende creare attorno ad esso, di quanti più iscritti sarà possibile… sarà un sogno anche questo, ma pensate sia possibile arrivare a coinvolgere almeno il 5-6, magari il 10% degli iscritti??? Delle due proposte avanzate da Chiara Rizzi di uso dell’urban center mi piace di certo la chiarezza, e le appoggio in pieno. Aggiungo solo che l’obiettivo degli eventi da organizzare deve sicuramente essere il massimo che possiamo immaginare (e spero anche realizzare) ma prima di inizare a correre, vediamo di riuscire a far camminare quest’Ordine! Certo è che dobbiamo in ogni caso evitare i localismi che sono una delle malattie del nostro mestiere, e per questo mi piace molto la proposta successiva, ossia di numeri monografici tematici editati dall’Ordine, in cui si eviti la autocelebrazione da almanacco periodico, che sinceramente eclude tutto quello strato (maggioritario???) di giovani che magari costruiscono poco (quando hanno la fortuna di farlo a loro nome…) ma che hanno molto da dire dal punto di vista culturale. Portare a confronto ciò che si costruisce e si progetta localmente e ciò che si costruisce e si progetta in tutto il paese (almeno) o in tutta l’Europa, mi pare un buon modo di alimentare il dibattito (eventualmente anche con attori esterni al nostro territorio).
Tutti i “giochi” che ho sentito in queste settimane mi fa un po’ pensare che è difficile conforntarsi quando i modi (ma probabilmente anche gli obiettivi “veri”) sono così diversi… mi intristisce anche che alcuni giovani colleghi a cui annuncio l’imminenza delle elezioni mi chiedano immediatamente “ma chi si presenta? tu chi porti?”… io resto sempre molto imbarazzato, perchè credo che il problema continui a non essere “chi” ma “come”…