Oggi sul TGR Abruzzo delle 14 si è parlato del progetto di riqualificazione di Piazza Salotto, intervistati Massimo Palladini e Sandro Sonsini.
Alcune riflessioni.
- Massimo Palladini è il presidente pro tempore dell’Ordine degli Architetti… Sonsini a che titolo è stato intervistato? Come stimato professionista e docente della Facoltà di Architettura, presumo. Ma se si voleva rappresentare una voce autorevole, non si poteva almeno scegliere un docente che non avesse lo studio nello stesso Dipartimento di Michele Lepore? O magari si poteva scegliere di sentire uno stimato professionista che non ha rapporti diretti con l’Università? Non è questa un ulteriore “casualità” inopportuna in questa vicenda? Perchè corre a difesa di un progetto di un dirigente del comune, parlandone come se lo avesse realizzato un progettista a lui molto vicino?
- Sonsini parla di un progetto “poetico e artistico come il calice di Toyo Ito”. Ma stiamo scherzando? Il progetto di un dirigente del comune poetico come quello di uno dei massimi architetti contemporanei? Ma come è possibile che qualunque architetto, colto o meno colto che sia, abbia comunque una capacità critica tale da ridurre il lavoro dei grandi architetti (archistar?) a merce speculativa?
- Successivamente il docente dice che il calice di Toyo Ito gli piaceva, e il progetto della nuova fontana non gli dispiace. Parole di esperto? Vogliamo ridurre l’Architettura e l’Arte urbana a un problema di gusto? A una questione di “mi piace” “non mi piace”? mi pare davvero riduttivo, provinciale e soprattutto lontano da un linguaggio adeguato a un professionista rispettato come Sonsini e per questo mi sorprende.
- In chiusura sempre Sonsini dice che Pescara può uscire dalla sudditanza nei confronti delle Archistar… ma scusate, mi devo essere perso qualcosa… ma apparte Toyo Ito Bohigas e Fuksas, dove abbiamo messo tutti questi progetti di Archistar? E poi… ma chi dice che la sul territorio devono lasciare segni solo gli architetti locali? Abbiamo intenzione di uscire da questa visione provinciale per la quale siccome alcuni architetti pescaresi sono bravi e ottengono successi anche (soprattutto) al di fuori del confine comunale allora la piazza principale della nostra città deve essere progettata da un architetto locale? Ospitare un buon progetto di un progettista di fama nazionale o internazionale non è un arricchimento della comunità? Magari tramite un democratico concorso?
- Il montaggio mi pare quanto meno discutibile. Sembra che i due architetti abbiano discusso di questi argomenti, quando questo non è avvenuto se non dopo le registrazioni. Inoltre alle ragionevoli osservazioni di Massimo Palladini seguono le controdeduzioni di Sonsini… per nulla “distaccato” e oggettivo.
- Il progetto, senza offesa per chi l’ha redatto che tutti sanno essere un professionista serio, è davvero anacronistico, lontano da un linguaggio strettamente contemporaneo, peggiorativo rispetto una piazza che ora, evidentemente, funziona e che la città sta METABOLIZZANDO in questa configurazione. In ogni caso non è una piazza da riqualificare e se la si volesse modificare si dovrebbe ricorrere a un concorso internazionale.
- Alla fine, comunque, Palladini parla di metodo e di questioni urbanistiche, Sonsini parla del progetto e della sua forma: come si può presentare questo come un faccia a faccia?
Che ne dite?