Tag Archive: Massimo Palladini


Oggi sul TGR Abruzzo delle 14 si è parlato del progetto di riqualificazione di Piazza Salotto, intervistati Massimo Palladini e Sandro Sonsini.
Alcune riflessioni.

  1. Massimo Palladini è il presidente pro tempore dell’Ordine degli Architetti… Sonsini a che titolo è stato intervistato? Come stimato professionista e docente della Facoltà di Architettura, presumo. Ma se si voleva rappresentare una voce autorevole, non si poteva almeno scegliere un docente che non avesse lo studio nello stesso Dipartimento di Michele Lepore? O magari si poteva scegliere di sentire uno stimato professionista che non ha rapporti diretti con l’Università? Non è questa un ulteriore “casualità” inopportuna in questa vicenda? Perchè corre a difesa di un progetto di un dirigente del comune, parlandone come se lo avesse realizzato un progettista a lui molto vicino?
  2. Sonsini parla di un progetto “poetico e artistico come il calice di Toyo Ito”. Ma stiamo scherzando? Il progetto di un dirigente del comune poetico come quello di uno dei massimi architetti contemporanei? Ma come è possibile che qualunque architetto, colto o meno colto che sia, abbia comunque una capacità critica tale da ridurre il lavoro dei grandi architetti (archistar?) a merce speculativa?
  3. Successivamente il docente dice che il calice di Toyo Ito gli piaceva, e il progetto della nuova fontana non gli dispiace. Parole di esperto? Vogliamo ridurre l’Architettura e l’Arte urbana a un problema di gusto? A una questione di “mi piace” “non mi piace”? mi pare davvero riduttivo, provinciale e soprattutto lontano da un linguaggio adeguato a un professionista rispettato come Sonsini e per questo mi sorprende.
  4. In chiusura sempre Sonsini dice che Pescara può uscire dalla sudditanza nei confronti delle Archistar… ma scusate, mi devo essere perso qualcosa… ma apparte Toyo Ito Bohigas e Fuksas, dove abbiamo messo tutti questi progetti di Archistar? E poi… ma chi dice che la sul territorio devono lasciare segni solo gli architetti locali? Abbiamo intenzione di uscire da questa visione provinciale per la quale siccome alcuni architetti pescaresi sono bravi e ottengono successi anche (soprattutto) al di fuori del confine comunale allora la piazza principale della nostra città deve essere progettata da un architetto locale? Ospitare un buon progetto di un progettista di fama nazionale o internazionale non è un arricchimento della comunità? Magari tramite un democratico concorso?
  5. Il montaggio mi pare quanto meno discutibile. Sembra che i due architetti abbiano discusso di questi argomenti, quando questo non è avvenuto se non dopo le registrazioni. Inoltre alle ragionevoli osservazioni di Massimo Palladini seguono le controdeduzioni di Sonsini… per nulla “distaccato” e oggettivo.
  6. Il progetto, senza offesa per chi l’ha redatto che tutti sanno essere un professionista serio, è davvero anacronistico, lontano da un linguaggio strettamente contemporaneo, peggiorativo rispetto una piazza che ora, evidentemente, funziona e che la città sta METABOLIZZANDO in questa configurazione. In ogni caso non è una piazza da riqualificare e se la si volesse modificare si dovrebbe ricorrere a un concorso internazionale.
  7. Alla fine, comunque, Palladini parla di metodo e di questioni urbanistiche, Sonsini parla del progetto e della sua forma: come si può presentare questo come un faccia a faccia?

Che ne dite?

INVITO all’assemblea pubblica su “intervento regionale e sostegno del settore edilizio (piano casa)
Legge regionale 19/08/2009, n. 16

Assemblea pubblica sul Piano Casa thumbnail

In riferimento al Piano Nazionale di Edilizia Abitativa, conosciuto come “Piano Casa” (legge Reg.le n° 16 del 19 Agosto 2009) l’Amministrazione comunale di Penne, chiamata a recepire la norma da votare in Consiglio Comunale, decide di sottoporre la proposta all’attenzione della Città.
Mercoledi 16 alle  ore 18 presso la Sala Consigliare, l’Assessore all’Urbanistica Ennio Napoletano ha promosso un’Assemblea Pubblica con la presenza del Sindaco Di Marcoberardino, del Dirigente del Settore Antonio Mergiotti, dell’Architetto dell’ordine Provinciale Massimo Palladini e dell’Ingegnere dell’Ordine Provinciale Stefano Cristini.
“L’obiettivo dell’iniziativa-spiega l’Assessore Napoletano-è quello di informare i cittadini sullo sviluppo urbanistico che la proposta prevede. Metteremo in evidenza la parte che intendiamo modificare in sede di approvazione al fine di conservare comunque la pianificazione del territorio, per evitare interventi non in linea con la programmazione urbanistica della nostra città. Abbiamo voluto coinvolgere anche gli operatori e gli studi professionali al fine di valutare utili proposte e suggerimenti da integrare prima dell’adozione definitiva”.
Interventi:
Donato Di Marcoberardino – Sindaco di Penne
Ennio Napoletano – Assesore all’urbanistica
Arch. Antonio Mergiotti – Resp. del Settore Urbanistica
Arch. Massimo Palladini – Ordine Architetti di Pescara
Ing. Stefano Cristini – Ordine Ingegneri di Pescara

Cari colleghi,
se c’è un impegno che tutti i candidati al rinnovo del Consiglio del nostro Ordine dovrebbero prendere, fra le tante parole dette in questo periodo elettorale spesso contro qualcuno piuttosto che avanzare proposte e punti di vista è quello di far vivere ancora questo forum.
L’incontro spontaneo di tanti colleghi non è già più uno spazio di comunicazione tra architetti che trovavano gli uni negli altri le ragioni della propria insoddisfazione per la conduzione pluriennale della vita associativa e dell’attività di rappresentanza dell’Ordine provinciale; non è più solo il luogo che ha fatto catalizzare l’iniziativa del rinnovamento.
Il forum ormai, stimola sempre di più interventi di merito, contributi che sollevano problematiche specifiche e sollecitano la composizione dell’ordine del giorno dei lavori del prossimo Consiglio.
Chi ha partecipato, anche con taglio critico, ha potuto confrontarsi con interventi improntati ad onestà intellettuale e voglia di discutere; tra tutti cito quello di Michele Cianciaruso nel dibattito che ha seguito il pezzo sulla densità degli architetti sul territorio: ci sono i problemi, li conosciamo, spesso non sistematicamente, è ora di cominciare ad affrontarli. Secondo me questo vale più della ricettina estrapolata da qualche documento romano.
I nostri contendenti non hanno colto quella che io considero un’opportunità: parlare tra noi senza riserve derivanti da colleganze, rapporti preferenziali, preconcetti.
Ho letto le linee programmatiche dei colleghi raccolti intorno a Volpe: come tutto discutibili, ma piene di spunti.
Venite a discuterle con noi e, magari, se avranno consenso, ad attuarle; il programma non serve a stabilire chi è più brillante, ma a creare una piattaforma condivisa e le condizione di partecipazione per attuarne almeno un poco. Perciò, oltre all’inspiegabile assenza dal nostro dibattito, colpisce che in premessa non si abbozzi un bilancio del perchè, finora, sia andata come è andata. L’altra lista non ha fatto nemmeno le incursioni critiche di cui parlavo, preferendo muoversi sul piano della fidelizzazione al gruppo.
Ecco perchè il forum ha aperto una possibilità preziosa, da coltivare; forse quella di recuperare lo spirito che fa risalire su un pullman GT per sentir parlare di Architettura, come ci ricordava Angelo Campo.
“Per aspera ad astra” ( dedicato a Feliciani ):  Massimo Palladini

Massimo Palladini

massimo-palladini

Massimo Palladini E’ nato il 1 giugno 1946 a Pescara.  Si è laureato a Roma nella facoltà di Architettura dell’Università “La Sapienza” del 1971. Ha svolto la propria attività in forma individuale o in gruppi professionali di orientamento omogeneo, tra i quali si ricordano lo studio EHN, lo studio 310, la Coopiter, lo studio Console – De Luca – Palladini. La sua attività professionale e culturale si è incentrata sui temi dell’urbanistica e dell’architettura civile (edifici collettivi, edilizia residenziale, insediamenti industriali). Oltre a numerosi strumenti urbanistici (PRG, PEEP, Piani di Recupero, ecc.) ha progettato alcuni significativi progetti urbani, interessanti parti di città a Pescara, Montesilvano, Bussi sul Tirino, ecc. Ha partecipato, segnalandosi, a concorsi di urbanistica e architettura tra i quali il concorso per la Comunità Montana Peligna, per il palazzo della Regione Abruzzo a L’Aquila, per il sistema del verde a Pescara. Ha fondato con altri colleghi ed intellettuali la sezione Abruzzo – Molise del Istituto Nazionale di Urbanistica, di cui è stato presidente interregionale, membro del Direttivo Nazionale e del Comitato Scientifico della rivista Urbanistica. Ha scritto saggi di riflessione sul territorio abruzzese e ha pubblicato su riviste del settore, intervenendo attivamente, in convegni e sulla stampa, nel dibattito urbanistico.

Perchè mi sono candidato…

mi sono candidato perchè mi colpisce  leggere questa frase di Saint.Exupery:”Se vuoi costruire una barca non radunare uomini per tagliare la legna e impartire ordini ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito”.Penso che questa esortazione abbia a che fare con noi tutti e sopratutto con chi intende occuparsi direttamente dei problemi di una categoria come la nostra.Noi cerchiamo continuamente di non smarrire   il gusto per nostro  mestiere nobile e necessario,dentro una quotidianità popolata di ostacoli e di motivi di frustrazione.L’Ordine degli Architetti,la nostra casa, il luogo del nostro incontro e della nostra rappresentanza, da troppo tempo non lo vediamo  al nostro fianco.Il suo organismo direttivo, il Consiglio, si è smarrito dentro logiche autoreferenziali ,determinando uno scollamento con il corpo degli iscritti.Dobbiamo ribadire l’idea che difendere l’Architettura e gli architetti è la finalità dell’attività di Consiglio e commissioni,che questo lavoro deve mantenere aperta la possibilità di amare”il mare vasto e infinito”della nostra disciplina .Allora i consiglieri si faranno girare la testa per elaborare proposte e linee di azione,per confrontarsi con la committenza pubblica e privata,per la formazione continua,per l’accesso al credito,per attivare forme di solidarietà fra gli iscritti,per assicurare canali di comunicazione efficaci e permanenti.Non sono promesse,è la dichiarazione di un impostazione del lavoro da fare che,al punto in cui siamo sarà tanto e difficile.Accanto a questo,e complementare a questo,ritengo necessario riprendere un’elaborazione condivisa sulle trasformazioni del nostro territorio,dell’ambiente costruito e del paesaggio,oggetti di scelte che ci vedono sempre più assenti.Noi dobbiamo rivendicare il ruolo di maggiori artefici di quelle trasformazioni,di garanti del ben costruire e di consapevoli mediatori tra le tecniche e i bisogni delle nostre comunità.Anche su questo vorrei dare il contributo della mia esperienza e della mia non sopita passione.

tutti i miei contributi

Come a volte ti capita,con una “mossa del cavallo”(movimento apparentemente eccentrico,ma decisivo nella strategia scacchistica)hai  portato alla nostra attenzione temi centrali per le condizioni stesse dentro le quali facciamo gli architetti.Per altri versi,in parte convergenti,leggo così anche l’intervento di Fiadone.Questo chiama,tra l’altro ,in causa il ruolo e la responsabilità degli intellettuali e della nostra discipina.Siamo il paese dove un grande meridionalista come Giustino Fortunato definì la Calabria “uno sfasciume idrogeologico”,denunciando l’inadeguatezza delle classi dirigenti di allora; negli anni sessanta si reagì al sacco di Agrigento con la “legge sulla casa”,fortemente influenzata dalla cultura urbanistica dell’epoca.Di fronte a L?Aquila e,ora, a Messina non vedo la stessa reazione fatta di indignazione ma anche di proposta.Qui sta uno spazio per noi.Si deve lavorare perchè gli architetti,riconoscendosi come comunità riprendano la voce.Questo forum e ancor di più sedi di incontro tra noi possono favorirlo,intercettando il nostro disagio ,ma anche il nostro sapere .Massimo palladini

lettura istruttiva.
 
Nella mazzetta dei giornali spunta la testata de “il Centro”. Vado alla cronaca di Pescara e mi stupisco di leggere in bella evidenza l’ intervento di Marco Volpe(che si dichiara presidente del nostro Ordine,con un sapore che mi ricorda il detto:in cauda,,,venenum) su un tema importante per Pescara:l’ex tracciato ferroviario. Poffarre!protagonismo in articulo mortis. Molti conoscono l’amicizia che mi lega a Marco e che gli riconfermo anche adesso. Ma con il saggio debbo dire”amicus Plato sed magis amica veritas”. Questo mi sembra un esempio classico di come l’ Ordine non debba proporsi all’esterno.Su questo ed altri temi vitali per il territorio da anni non veniamo coinvolti in una discussione di merito che possa produrre contributi utili per le amministrazioni, sopratutto A MONTE delle scelte e la poche volte che verticisticamente l’ Ordine vi è stato interessato ha dato opinabile prova di sè(vedi aree di risulta,p.zza salotto ecc.). Adesso il presidente pro(poco)tempore interviene con un certo cerchiobottismo, ma con evidenza di foto e di titolazione. C’è stato un gruppo di lavoro che non conosciamo? è il sogno di una notte di inizio autunno? o è l’irresistibile richiamo mediatico,che interpreta la opportuna considerazione del ricorso alla comunicazione in chiave individuale e non istituzionale? Vattelappesca.Certo che tutto ciò stimola a lavorare per un Ordine partecipato dagli iscritti,nel quale il confronto e la proposta diventino la base dell’aggregazione e dell’espressività della categoria. Massimo Palladini

 

————————————————————————————————————————–

nel ribadire la mia amicizia per Marco,che mi fa piacere vedere ricambiata,vorrei sottolineare che il centro della critica nel mio intervento sta nel non poter contare, come Ordine, su una elaborazione condivisa: tale mancanza rende estemporaneo e non rappresentativo qualunque intervento,affidato all’intuitu personae e, quindi, opinabile. Quanto al “pro(poco)tempore”, tutti gli eletti lo sono pro tempore e il tempo che resta è poco. E domani è un altro giorno..Auguri a tutti i candidati, sopratutto di avere la coerenza di realizzare quello che dicono. Massimo Palladini

Benissimo la disponibilità di Gaspare che,come me e d altri colleghi,è stato stimolato a partecipare dalla presenza e ricchezza del dibattito e dalla affermazione di protagonismo delle nuove generazioni.Credo che ,con lo stesso spirito,vada fatto ogni sforzo,anche in extremis ,per raccogliere nel gruppo che si candida a gestire il Consiglio ed in quello ben più vasto che costituirà la sua estensione operativa ogni espressione a favore del rinnovamento e della discontinuità Massimo Palladini

Colleghi,per favore una raccomandazione:non trascinate questo forum nella disamina delle evoluzioni di un imperscrutabile balletto dalle movenze vagamente iniziatiche tra i componenti del Consiglio uscente.A me sembra che si possa convenire sul fatto che l’ Ordine non sia stato un catalizzatore del dibattito tra noi e che abbia stentatamente rappresentato all’ esterno le nostre istanze.Partecipare è stato molto difficile e molti colleghi  lo testimoniano.Io, per me ,posso fare due esempi. 1)Sull’ Urban Center ,oltre ad averne parlato con alcuni,ho scritto un articolo  circostanziato su “il Centro”;oltre qualche telefonata col Presidente, nessuno mi ha chiesto di riportare dentro l’Ordine le mie riflessioni. 2) avendo notato un certo attendismo nel prendere posizione sulle iniziative post terremoto,le ho sollecitate ed ho prodotto il testo base di un documento da indirizzare al Presidente della Regione;be’,il mio testo è diventato la lettera aperta di tutti gli Ordini tecnici d’Abruzzo(sul sito dal 7 maggio),presentata,a quanto mi dicono ,dalla presidenza della federazione regionale senza che nessuno abbia mai avuto l’accortezza di discuterne con me.Quindi ,cari Pasquale & c,il tema della partecipazione si deve porre in modo diverso ,non come faticosa conquista degli spazi ,ma come coinvolgimento organizzato e facilitato da chi si è fatto eleggere.Secondo me nei colleghi che sono stati a lungo nell’Ordine prevale una stanchezza o pigrizia mentale che tende ad imputare al corpo degli iscritti i limiti dell’ azione degli ultimi(almeno10?) anni. Quanto al dibattito tra noi, sarà anche stato stimolato dalla scadenza elettorale(alla quale,peraltro,si arriva in maniera così anomala),ma registra accenti di novità rilevanti:leggi,da ultimo quelli di Campo e Mazzetta.Insomma mi sembra che lo dobbiamo attizzare il focolare,invece di dire che è un fuoco di paglia.Andiamo avanti come il benjaminiano”angelo della storia” ma ogni tanto sbirciamo anche nella direzione di marcia.    Massimo Palladini

ottime le ultime proposte. Il Forum, già presente nella nostra bozza di programma,può essere sviluppato nel senso indicato da D’Angelo e ripreso da D’Ercole,come luogo privilegiato di confronto,crescita professionale, acquisizione di proposte condivise da riversare anche nel dibattito esterno.
Per l’ Osservatorio,obiettivo ambizioso e difficile che,però ,segnerebbe una proiezione esterna della categoria ed un suo forte ancoraggio etico e culturale assicuro,per antica conoscenza,la disponibilità della sezione Abruzzo-Molise dell’Istituto Nazionale di Urbanistica .
Massimo Palladini

ti prego di far girare:
 
La notizia:il Presidente degli architetti aquilani protesta contro la nuova circolare post terremoto che consente di riparare circa 15000 edifici anche con gli abitanti dentro,al fine di accellerare i rientri(il Centro,13 c.m.).Egli contesta la sostanziale esclusione degli architetti dalla definizione di criteri,pratiche,procedure e dalla stessa classificazione degli immobili secondo livelli di rischio;mentre, in permanenza del danno e con etichettatura degli stabili ascrivibile ad altri,si chiede ai tecnici un’enorme assunzione di responsabilità cui non corrisponde adeguato coinvogimento nelle strategie.Per questa iniziativa egli scrive agli altri Ordini e Collegi provinciali e convoca i suoi iscritti per il 16 c.m.in assemblea.
 
Commentando la notizia con Alfredo Di Pierdomenico,ci siamo detti:1)su sollecitazione e con il contributo di alcuni di noi (e in assenza di linee programmatiche degli organismi) era stata elaborata una posizione sul terremoto che,quasi intonsa ,è diventata la posizione della Federazione degli Ordini. ora la si può leggere sul sito.Dibattito sotto zero,ma,sopratutto ,nessuna iniziativa rimarchevole conseguente per affermare una linea di partecipazione, protagonismo e centralità delle identità territoriali.Oggi siamo sostanzialmente a rimorchio del processo di ricostruzione,dovendoci assumere oneri concreti e gravosi dentro queste vistose contraddizioni.2)è il caso che l’assemblea del 22 prossimo manifesti in un ordine del giorno la solidarietà ai colleghi aquilani,perchè,a mio avviso, si dibattono in difficoltà del tutto simili a quelle sulle quali abbiamo cercato di costruire la bozza di programma.Questo perchè il  consiglio latita,ma noi ci siamo.La nostra riunione deve assumere sempre più il carattere di assemblea aperta e “costituente”,lanciando il messaggio di una nuova visione dell’Ordine, del suo ruolo e funzioni.Pratichiamola gia ora.

Caro Piero,cari tutti,il piacere di leggere un intervento “d’antan”,non fosse altro  perchè sollecita distinzioni di merito(oltre che per la qualità delle argomentazioni) mi spinge ad intervenire,per socializzare considerazioni che cercano confronti:magari nella rinnovata vita dell’ Ordine?.Per brevi cenni:
  E’ dai tempi delle disincantate conclusioni del tafuriano “progetto e utopia” che si è delineato lo sviluppo di un ruolo smitizzato dell’ architetto,interno ,ormai ,e non regista del ciclo produttivo della cui complessità e potenza facciamo esperienza quotidiana.Forse allora non si prevedeva lo scivolamento nella fashion,ma anche questo è un modo di adeguare la disciplina alla produzione. Quindi qui non è questione di riproporre ruoli demiurgici,ma di pretendere che un sapere specifico(nelle sue articolazioni specialistiche e nei ruoli in cui può essere interpretato) incida sul territorio,trovi ascolto e rispetto.Il contrario del ricorso continuo da parte di chiunque abbia potere a slogans vagamente ecologisti che scippa al nostro armamentario banalizzandoli per coprire la sostanziale estraneità alle nostre istanze(come garanti della qualità del costruito e non).Qui secondo me nascono  anche i cedimenti soggettivi,che non sono solo atteggiamenti necessitati (i più diffusi) ,ma anche connivenze,sopratutto quelli che danno copertura interessata e prestiigio ai guasti che ricordavi.ma per limitare i primi(beati i popoli che non hanno bisogno di eroi) e smascherare i secondi, credo occorra un lavoro proprio sulla categoria,di recupero dell’autostima,di difesa, di rilancio della capacità propositiva.In questo senso va accolto il richiamo a contemplare tutte le forme dell’esercizio professionale ,del formarsi della cultura architettonica,della funzione tecnica nell’amministrazione(ma anche le nuove organizzazioni del lavoro che a volte aderiscono a nuove tendenze e potenzialità tecnologiche,ma altre nascondono la “globalizzazione “dello sfruttamento).
Credo che questo sia già star al merito e nel pochissimo tempo prima del rinnovo è difficile andare molto oltre,mentre si può scavare su questi ambiti tematici senza escludere nessun apporto, naturalmente.Non so ,poi,in questa fase in cui”la confusione è grande sotto il cielo”  se non vada indicata proprio nella ripresa del dibattito tra noi la sede per ritracciare i termini di una dialettica culturale e ,perchè no,politica.Io vedo,però, la priorità di stigmatizzare le scorse gestioni del Consiglio,sia sul banale ma decisivo piano dell’efficienza,sia sul piano comportamentale(vedi sopra) indicando proprio la via della partecipazione e la tensione al protagonismo che ho avvertito negli incontri e contatti.
Vedremo. vi saluto Massimo